JK Rochstroh (abstract 101) ha riportato come la carica virale elevata di HCV nei pazienti coinfetti si associ ad un maggior rischio di all-cause-death, mortalità più bassa si rilevava nei genotipi 2 e 3, ma senza significatività statistica e, infine, nel genotipo 4 era presente recupero immunologico minore rispetto a genotipo 1. R Chung (abstract 103) ha enfatizzato l’importanza della risposta virologica precoce nei con infetti trattati con Peg-IFN e RBV. M Montes (abstract 106) ha dimostrato come, nei pazienti con cirrosi da HCV compensata, a tre anni di osservazione, il trattamento non migliori la sopravvivenza, ma riduca il rischio di scompenso epatico e migliori il controllo dell’infezione da HIV.
 
Tra i poster, segnaliamo come i dati della coorte DAD (R Weber) non rilevavano associazione tra coinfezioni e rischio cardiovascolare, mentre si osservava aumento di rischio di diabete mellito; al contrario, R Bedino rilevava un aumento di circa il 30% di rischio di infarto del miocardio correlato alla confezione HCV e M Bongiovanni (per la coorte ICONA) evidenziava una associazione tra coinfezione B/C e sviluppo di NHL (incremento di rischio fino a 5 volte), più evidente nei pazienti con cirrosi; infine V Lo Re (abstract 820) riportava associazione tra coinfezione C e osteopenia (z-score), ma solo nelle donne.