Immunopatogenesi, immunoricostituzione ed immunoattivazione
 
Come altro meccanismo ipotizzabile alla base della “resistenza” alla progressione clinica da parte di SM e AGM, Silvestri ha proposto la teoria della restrizione della replicazione virale solo ad alcuni tipi di cellule. Poiché i linfociti CD4+ di SM esprimono meno CCR5, corecettore di HIV/SIV, e poiché nei RM la progressione clinica si associa alla contrazione selettiva del comparto CD4+ central memory (CM), è ipotizzabile una differente regolazione dell’espressione di CCR5 su cellule CM in scimmie SM.
Tramite un disegno sperimentale molto elegante, gli autori dimostrano che CD4+ a fenotipo CM di scimmie SM hanno una scarsa espressione di CCR5 in corso di attivazione, con minori livelli di SIV-DNA (Sess 26 - #95).
 
Questi dati identificano un affascinante meccanismo di “protezione” delle cellule di memoria dall’infezione virale, con ridotta chemiotassi delle cellule CM a livello degli organi linfoidi secondari. A completamento di questa osservazione, N. Riddick dello stesso laboratorio ha descritto una nuova delezione di 2 paia di basi nel gene CCR5 in SM con una frequenza del 25%, responsabile della sintesi di un CCR5 troncato, non espresso sulla cellula che è dunque meno suscettibile all’infezione da SIV (Sess 26 - #96LB).
 
In tema di danno mucosale, il gruppo di J. Brenchley mostra evidenza di un importante danno alla mucosa intestinale tramite studi direttamente su tessuto in macachi con rapida progressione di malattia (Sess 11 - #44).
 
Nell’uomo, due studi - uno della coorte ICONA (Sess 72 - #333) ed una sottoanalisi del trial SMART (Sess 68 - #303) hanno descritto un ruolo della traslocazione microbica e dell’attivazione immune che ne consegue, nella progressione clinica/mortalità in corso di HIV/AIDS.
 
In tema di immunoricostituzione, un dato interessante è stato presentato dal gruppo di S. Deeks (Sess 69 - #316) e da M. Lederman (Sess 11 - #47LB) che mostrano la persistenza di difetti proliferativi a carico del comparto T-linfocitario nonostante la soppressione virale ART-mediata. Sono stati presentati dati interessanti sulla casistica degli individui esposti sieronegativi (ESN). Il gruppo di M. Clerici mostra che individui ESN presentano una maggiore sintesi di Th17 rispetto a pazienti HIV+. Questo dato potrebbe spiegare la loro mancata sieroconversione nonostante l’avvenuta esposizione al virus, e può guidare verso un approccio terapeutico mirato a ricostituire un’adeguata attività Th17 (Sess 76 - #358).