Epidemiologia e strategie di prevenzione
 
I dati sull’andamento dell’epidemia da HIV in Sud Africa dal 2002 al 2008 hanno evidenziato un calo marcato della prevalenza dell’infezione tra i bambini tra i 2 e 14 anni (dal 5,6% al 2,5%) ed un lieve incremento negli adulti (dal 15,5% al 16,8%). Inoltre, è stato documentato un sensibile aumento dell’utilizzo del profilattico che, assieme alla prevenzione della trasmissione materno-fetale e all’incremento della terapia antiretrovirale, sembrano essere alla base di questi risultati positivi (Rehle, oral abstract 37).
 
L’effetto positivo della terapia antiretrovirale sulla trasmissione delI’infezione da HIV è stato descritto in uno studio condotto in Kenya tra coppie eterosessuali discordanti, nelle quali è stata osservata una riduzione del rischio di trasmissione del 92% rispetto a coppie con partner infetto non in terapia, un valore di CD4+ <200/mmc nei soggetti infetti è invece risultato essere correlato ad un più alto rischio di trasmissione (Donnel, oral abstract 136). Invece, in un altro studio di sorveglianza condotto in Kenya nel 2007 è emerso che ben l’85% dei soggetti risultati HIV positivi non era a conoscenza dello stato di sieropositività ed avevano rapporti sessuali non protetti (Mwangi, oral abstract 38).
 
Nei Paesi Occidentali l’andamento dell’epidemia da HIV è risultato essere influenzato dalla efficacia della terapia antiretrovirale ed dall’ aumento dell’offerta del test HIV. In due studi, americano e canadese, è stata evidenziata una correlazione tra riduzione della viremia nella popolazione infetta, aumento dei test HIV effettuati e numero delle nuove diagnosi (Das-Douglas, oral abstract 33; Montaner, oral abstract 88LB).
 
 
Tuttavia vi sono gruppi di popolazione dove il numero dei nuovi casi è in aumento, come documentato da uno studio olandese su una coorte di omosessuali seguita dal 1984 al 2009. A fronte di una incidenza di nuove infezioni stabile è stato osservato un aumento negli ultimi 5 anni di nuovi casi tra omosessuali di età inferiore ai 30 anni da correlare al mancato utilizzo di misure di prevenzione (Jansen, oral abstract 35)
 
 
L’elevata incidenza di nuovi casi di infezione tra la popolazione omosessuale è confermata da uno studio francese che evidenza anche l’aumento dei casi tra la popolazione straniera e sottolinea l’importanza dei sistemi di sorveglianza per monitorare l’andamento dell’epidemia nelle varie realtà nazionali (Le Vu, oral abstract 36LB).
 
Proprio i dati forniti dai sistemi di sorveglianza hanno permesso di identificare delle realtà drammatiche anche all’interno degli USA. Nella sua lettura Kimberly Smith ha descritto le caratteristiche della diffusione dell’infezione da HIV tra la popolazione afro-americana. Il 48% dei casi di AIDS e più del 50% delle infezioni in donne e bambini si riscontrano nella popolazione afro-americana; nel Washington D.C. si registra in questa popolazione una prevalenza di infezione da HIV del 3%. Le cause di questa elevata diffusione sono molteplici e sono da ricercare nella povertà, elevato tasso di detenzione, uso di droghe quali il crack, rapporti promiscui e scarso accesso alle cure. E’ stata ulteriormente ribadita l’importanza di campagne mirate di informazione e di iniziative per facilitare l’esecuzione del test HIV. Infatti i dati di uno studio condotto nel distretto di Washington hanno evidenziato come una diagnosi più precoce sia correlata con una ritardata progressione verso l’AIDS grazie ad un tempestivo inizio della terapia antiretrovirale (Castel, oral abstract 34).
 
Per quanto concerne le strategie da attuare per prevenire la diffusione dell’infezione è stata ribadita l’assenza di vaccini, i risultati insoddisfacenti sull’efficacia dei microbicidi e le difficoltà ad attuare la circoncisione su larga scala (S. Buchbinder, paper 5).
 
Nei Paesi in via di sviluppo efficaci campagne di informazione, soprattutto sulla trasmissione eterosessuale dell’HIV, e offerta del test sembrano essere la misure più efficaci attualmente a disposizione per ridurre l’epidemia accanto alla prevenzione della trasmissione materno-fetale (R. Tunnel, paper n 14).
 
Nell’ambito delle misure di prevenzione è stata discussa l’efficacia dell’introduzione della profilassi post esposizione (PEP) che pre esposizione (PrEP) in soggetti ad alto rischio infezione (K Maier, paper 63).
 

Nei Paesi Occidentali, campagne di informazioni mirate ed aumento dell’offerta del test HIV sembrano essere le misure più efficaci per identificare precocemente i nuovi casi di infezione, il motto “Test and Treat” tuttavia non sembra attuabile su larga scala, sia per problematiche correlate alla tossicità a lungo termine dei farmaci che per motivi di costo.