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n.6 - Aprile 2010
 
Report dalla Retroconference
 
La seconda Newsletter di ReAd files approfondisce alcuni degli aspetti più innovativi in tema di: patogenesi e gestione delle complicanze cardiovascolari e metaboliche nei soggetti HIV-infetti, epidemiologia delle resistenze, farmacocinetica e farmacogenomica, risultati ottenuti a livello dei reservoir virali dall’intensificazione della terapia, studi ancora promettenti in campo vaccinale.
 
Complicanze metaboliche
Marco Borderi
Lo studio ACTG5202 (abstract 59LB) e il relativo sottostudio A5224s (abstract 106LB) hanno contribuito a far luce sull’importanza del backbone sulla performance del terzo farmaco e viceversa, contribuendo a smitizzare alcuni assiomi sulle tossicità strettamente farmaco-specifiche e/o organo-specifiche, chiarendo come la safety sia sempre da correlare ad un regime di HAART, ove le inter-relazioni fisiologiche reciproche fra i vari organi trovano un equilibrio diverso secondo le combinazioni dei farmaci impiegati.
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Aterosclerosi e malattie cardiovascolari
Lucia Palmisano
Aterosclerosi e malattie cardiovascolari sono state oggetto di numerosi poster/comunicazioni e di una approfondita review in un simposio dedicato a patogenesi e gestione delle complicanze dell’infezione da HIV. Questo grande interesse sottolinea la divergenza di temi tra paesi a risorse limitate, in cui prevalgono le problematiche sull’accesso ai farmaci, la seconda e terza linea di terapia, la trasmissione verticale, e i paesi “ricchi”, in cui l’attenzione si va spostando sulle complicanze a lungo termine della malattia da HIV, condizioni in cui effetto dell’infezione stessa e delle terapie antiretrovirali spesso si sovrappongono senza una chiara distinzione. È tale l’importanza delle malattie cardiovascolari nelle persone HIV+ che in alcuni paesi stanno nascendo addirittura delle “cardiology units” dedicate esclusivamente alla loro gestione.
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Resistenze
Andrea De Luca
Le novità più rilevanti in tema di farmacoresistenze di HIV presentate al CROI 2010 hanno riguardato l'epidemiologia delle resistenze. I dati dei CDC (Kim D, et al., abstract 580) hanno mostrato un ulteriore incremento delle resistenze trasmesse negli USA: la classe di farmaci più coinvolta appare quella degli NNRTI. In apparente contraddizione, diverse ampie analisi condotte negli USA hanno chiaramente documentato come la prevalenza delle resistenze emerse nei pazienti in fallimento virologico mostri una riduzione significativa negli anni di calendario più recenti (Abrahams AG, abstract 584; Aldous JL, abstract 585).
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Farmacocinetica e farmacogenomica
Stefano Bonora
I contributi più interessanti in termini di farmacologia clinica sono stati nell’ambito della penetrazione nei santuari genitali. Vi è stata un’interessante sessione dedicata ove si è mostrato un profilo di accumulo di raltegravir nel plasma seminale dei volontari sani (Bonora et al, abstract 609) e nel comparto cervico-vaginale delle pazienti HIV+ (Clavel, abstract 608), prefigurando un’ottima penetrazione del farmaco in tali santuari. Parimenti due lavori hanno evidenziato una penetrazione soddisfacente di darunavir nel plasma seminale, uno dei quali, sottostudio del trial MONOI di darunavir in monoterapia (Lambert-Niclot, abstract 610) ha evidenziato anche un’ottima attività antiretrovirale compartimentale.
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Intensificazione e reservoir virali
Lucia Palmisano
Residual viremia e residual inflammation: due termini spesso ripetuti, in questa edizione del CROI, a sottolineare come la persistenza dell’infezione e dello stato infiammatorio ad essa associato siano diventate la vera sfida della terapia antiretrovirale, dal momento che praticamente tutti i farmaci sono in grado di assicurare una stabile soppressione della viremia al di sotto delle 50 copie/ml di HIV-RNA. Due elementi hanno contribuito, negli ultimi anni, a rinvigorire gli studi in questo settore: l’introduzione in clinica degli inibitori dell’integrasi e la disponibilità di metodiche in grado di misurare livelli bassissimi di HIV-RNA (con il single genome assay si arriva a misurare fino a 0,2 copie/ml).
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Ancora aperta la strada verso il vaccino?
Lucia Palmisano
Sembrerebbe di sì. Nella sola sessione del CROI 2010 dedicata a questo tema, è stato ribadito che lo studio tailandese RV144, pubblicato sul NEJM nel dicembre 2009, nonostante i risultati non eclatanti, rappresenta un importante punto di partenze per ulteriori ricerche sulla vaccinazione anti HIV. Come è noto, l’RV144 prevedeva la somministrazione di due vaccini: ALVAC HIV (il prime) e AIDSVAX B/E (il boost) in una popolazione a basso rischio, composta da oltre 16.000 persone HIV-negative.
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