Complicanze metaboliche
 
Lipidi: nuove informazioni sono giunte in merito alla safety di raltegravir e darunavir: il primo eleva i valori postprandiali di colesterolo LDL in misura significativamente minore rispetto a quanto fa la baby-dose di 100 mg di ritonavir (abstract 719) in uno studio randomizzato su volontari sani, e ha una performance superiore ad efavirenz a 96 settimane non solo in termini metabolici, ma anche di body composition in uno studio randomizzato su soggetti naive (abstract 720) con TDF/FTC come backbone. Darunavir, d’altro canto, mostra una miglior safety lipidica nella somministrazione OD vs. quella BID nello studio ODIN (abstract 57), ed un maggior recupero di grasso periferico nel braccio in monoterapia vs. il braccio con il backbone associato, nello studio MONOI (abstract 721).
 
Rene: alcuni dati sono ancora parzialmente contrastanti fra loro: nello studio CNICS (abstract 735) è descritto come l’HAART sia associata ad un miglioramento della funzionalità renale nei soggetti con una funzionalità alterata al basale mentre, all’opposto, correli ad un leggero peggioramento nei pazienti con funzionalità normale al basale; diversamente, per la Swiss Cohort (abstract 740), l’esposizione all’ART correla con un miglioramento della funzionalità renale, mentre l’età e l’impiego di tenofovir con un suo peggioramento, quest’ultimo dato confermato anche dai dati dell’Aquitaine Cohort (abstract 741). In quest’ambito i risultati forse più interessanti sono quelli presentati dall’EuroSIDA (abstract 107LB), che correlano la riduzione del GFR con l’utilizzo di tenofovir, atazanavir, indinavir e, in misura minore, lopinavir.
 
Osso: sempre la Swiss Cohort ha confermato l’accelerato turnover osseo nei pazienti con note di tubulopatia (abstract 748), e i dati dell’HOPS (abstract 128) mostrano come il rischio fratturativo nelle persone con infezione da HIV sia 4.3 volte superiore a quanto atteso per la popolazione generale. Per la prima volta, un’intera sessione è stata dedicata alla vitamina D, e tutti gli autori hanno confermato l’altissima prevalenza e incidenza del fenomeno ipovitaminosi, sia in termini d’insufficienza sia di deficienza. Correlazioni significative sono, per via di diversi meccanismi, l’utilizzo di NNRTI, di ritonavir, e di TDF (abstract 750, asbtract 751, abstract 752), e c’è unanimità sulla necessità di supplementare la dieta con vitamina D, anche in virtù delle proprietà anti-infettive proprie della stessa (abstract 753).