Prevenzione e profilassi
Emerge chiaramente la relazione tra aderenza al trattamento e riduzione del rischio: la protezione è, infatti, pari a 16%, 34%, 68% nei soggetti con aderenza rispettivamente inferiore al 50%, pari a 50-90% e superiore al 90%. Non sembra esservi, almeno per il momento, un rischio significativo di trasmissione di resistenza (#97LB) né un rischio aumentato di eventi avversi seri e di alterazioni di laboratorio significative; nel braccio sperimentale si è osservata una maggior frequenza di cefalea (4% vs 3%) e di calo ponderale (2 vs 1%), mentre estremamente rare sono risultate le alterazioni della funzionalità renale.
Provocatorie e in qualche modo incoraggianti sono state le presentazioni di modelli matematici volti a valutare l’impatto potenziale di una applicazione su larga scala della PrEP in termini di diffusione della resistenza agli antiretrovirali (#98LB) e di costo-beneficio nelle coppie siero-discordanti ad alto rischio di infezione (#99LB) e in un’ipotetica campagna di “roll-out” in Sud Africa (#37LB).
Parallelamente sono stati presentati i dati di fase I sull’applicazione del gel di tenofovir (1%) per via rettale (#34LB) e i dati di confronto sulle caratteristiche farmacocinetiche dell’applicazione del gel vaginale di tenofovir nei confronti dell’assunzione per via orale (#35LB). Il numero di antiretrovirali oggetto di studio nell’ambito della PrEP si va estendendo: preliminari e positivi i risultati sull’utilizzo di raltegravir nella formulazione “gel vaginale” nella prevenzione dell’infezione da HIV nei macachi (#30).