n. 2 - Febbraio 2015    
 
L'Editoriale di Mario Rizzetto
AASLD 2014: l’evoluzione nello sviluppo delle terapie IFN-free
 
Nella parabola dello sviluppo delle terapie IFN-free basate sull’uso di farmaci antivirali diretti contro l’HCV (DAA), l’ultimo AASLD si pone come un momento di riflessione sull’impatto della terapia nel mondo reale, e come trampolino per affrontare i problemi terapeutici residui più difficili.
Sofosbuvir tra studi clinici e real life
Rimane protagonista sofosbuvir (SOF), il primo e più importante DAA entrato nel mercato. Lo studio HCV Target ha arruolato sul campo 2000 pazienti circa che hanno fatto terapia a base di SOF associato a simeprevir (SIM) oppure a Peg-IFN e ribavirina (RBV) o alla sola RBV. Sono state considerate le modalità di terapia preferite in Nord America e Germania nel 2014 ed i loro risultati. La maggior parte dei pazienti con HCV1 è stata trattata con SOF+SIM (con o senza RBV) raggiungendo tassi di eradicazione del virus del 84%-92% nei cirrotici e nei non cirrotici mentre tutti i pazienti con il genotipo 2 sono stati trattati con SOF+RBV raggiungendo risposte dell’88%-91% nei cirrotici e nei non cirrotici. Dunque i dati nella popolazione generale appaiono confermare l’effetto terapeutico della terapia IFN-free con SOF così come emersi dagli studi registrativi, senza assistere alla diminuzione d’efficacia osservate sul campo con le precedenti terapie a base di IFN/RBV. ► continua
 
 
Una cura per tutti i pazienti
Eccellenti le prospettive per i pazienti con genotipo diversi dall’1 e 2. SOF appare insieme a daclatasvir una valida risorsa nei pazienti cirrotici con HCV3 (studio Ally3); la terapia ha indotto clearance dell’HCV nel 90% dei pazienti naive e nell’86% di quelli già trattati. Nello studio PEARL 1 sono stati valutati i risultati della terapia con ombitasvir/ABT-450/r con o senza RBV nei pazienti HCV4 non cirrotici, sia naive che non responder a Peg-IFN+RBV; la risposta virologica è stata del 95% e del 100% senza e con la RBV nei naive e del 100% con la RBV nei non responder. ► continua
 
 
Nuove molecole, nuovi protocolli
Invero, lo scenario presentato all’AASLD non si esaurisce con queste terapie, ma ha compreso i risultati con la combinazione di grazoprevir ed elbasvir (studio C Worthy) e con la combinazione di daclatasvir, asunaprevir e BMS-791325 (studio Unity 1). I risultati sono eccellenti nelle principali categorie cliniche di pazienti HCV-positivi, tuttavia non ancora pienamente maturi per la loro introduzione nella farmacopea ufficiale. Ovviamente la disponibilità di una lunga e robusta linea di nuovi DAA è destinata ad incrementare ulteriormente la potenzialità terapeutica, diminuire il basso rischio di resistenza con i DAA ora d’uso e, speriamo, contribuire a ridurre il costo proibitivo delle terapie attuali. ► continua
 
 
I DAA nel trapianto epatico
Rivoluzionario infine il ruolo dei DAA nel trapianto epatico. Sono state in merito riportate varie comunicazioni in casistiche eterogenee per modalità e trattamento che possono essere riassunte come segue: la terapia pre-trapianto ha indotto clearance dell’HCV 12 settimane dopo il trapianto nel 70% dei pazienti trattati con SOF+RBV; nel 87%-89% dei pazienti trattati con SOF+LDV+RBV; nell’84% dei pazienti trattati con SOF+SIM. ► continua
 
Mario Rizzetto, S.C. Gastroenterologia U, Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino
 
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