n. 3 - Marzo 2015    
 
 
      Retroconference 2015:
aggiornamenti da Seattle
 
Immune system:
restriction and protection
Camilla Tincati, Malattie Infettive,
Ospedale San Paolo, Milano
Nel simposio dedicato all’immunità innata e HIV, Sauter et al. ha dimostrato il ruolo cruciale della teterina, noto fattore di restrizione, nell’evoluzione di HIV-1 (1). La teterina umana, infatti, rappresenta un ostacolo per la trasmissione zoonotica di SIV all’uomo. Ciò nonostante, Vpu nel caso di HIV-1 M e Nef nel caso di HIV-1 O sono state in grado di antagonizzare la teterina, rendendosi responsabili della diffusione pandemica dell’infezione. Sauter ha anche parlato di come Vpu di HIV-1 N, responsabile ad oggi di soli 17 casi di infezione, sia ancora in corso di adattamento alla teterina umana, ipotizzando una più ampia diffusione di tale virus in futuro. ► continua
   
Drug interactions and intracellular pharmacology
Andrea Calcagno, Istituto Malattie Infettive,
Università di Torino, Ospedale Amedeo d’Aosta
A Seattle sono stati presentati vari lavori sulle interazioni farmacologiche studiate soprattutto con modelli matematici e studi in vitro e dati clinici di concentrazioni intracellulari.
Nello studio sui farmaci diretti anti- HCV sono state analizzate le concentrazioni intracellulari dei metaboliti di sofosbuvir SOF (007) nei PBMC: il metabolita trifosfato è stato osservato in tutti i pazienti con un emivita stimata di 26 ore e in concentrazioni superiori (2280 vs. 970 fmol/M) in pazienti che ricevevano simeprevir (SMV), verosimilmente per inibizione della glicoproteina-p (1). ► continua
Resistance at the maximal detection sensitivity
Claudia Alteri, Valentina Svicher,
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Un tema ancora ad oggi molto dibattuto è l’impatto delle varianti minoritarie farmaco-resistenti sulla risposta virologica ai farmaci antiretrovirali (1,2).
A Seattle tre abstract hanno affrontato questa tematica. Il primo lavoro ha valutato il ruolo clinico delle varianti minoritarie in pazienti appartenenti alla coorte STaR, composta da pazienti trattati con la combinazione RPV/FTC/TDF (3). Analizzando il virus dei pazienti all’inizio del trattamento antiretrovirale mediante deep-sequencing, gli autori riscontrano mutazioni di resistenza sia agli NRTI che agli NNRTI nel 29% dei pazienti; tuttavia la presenza di tali mutazioni al basale non influenza né il fallimento virologico né l’ulteriore selezione di varianti resistenti (3). ► continua
   
New generation anti-HCV therapy
Roberto Rossotti, SC di Malattie Infettive,
Ospedale “Niguarda Ca’ Granda”, Milano
L. Piroth (1) ha presentato lo studio QUADRIH in soggetti HIV/HCV coinfetti previous null responders: 65 pazienti GT1 e 4 sono stati trattati con una fase di lead-in (4 settimane con PR) seguita da 24 settimane di quadruplice terapia PR+DCV+ASV. Il tasso di SVR12 è stato del 96% (92.6% nei cirrotici). Sei pazienti hanno interrotto prematuramente il trattamento: 2 breakthrough e 4 eventi avversi (una neoplasia e tre infezioni, una delle quali ha condotto a decesso). D. Wyles (2) ha confrontato il tasso di SVR nei soggetti GT1 mono-infetti e coinfetti trattati con la combinazione 3D. Sono stati ri-analizzati 2.053 soggetti inclusi in 6 trial; si sono osservati alti tassi di SVR12 in entrambi i gruppi (89-100%) indipendentemente dal momento in cui viene raggiunta la non rilevabilità di HCV-RNA. ► continua
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