n. 8 - Dicembre 2015
 
Overview su grazoprevir/elbasvir: aggiornamento da AASLD 2015
Giuliano Rizzardini1, Gloria Taliani2
1AOU L. Sacco, Milano - 2Università “Sapienza” di Roma
 
All’AASLD di San Francisco sicuramente le presentazioni degli studi relativi al trattamento dell’epatite cronica C sono state quelle più attese e partecipate. L’”arena” dei farmaci per il trattamento di questa patologia si va via via riempiendo con nuove molecole e nuove associazioni che dovrebbero coprire i “gap” di efficacia che si sono creati con l’utilizzo degli antivirali ad azione diretta (DAA) disponibili fino ad ora. Una delle combinazioni più interessanti, ormai vicina alla registrazione, è sicuramente quella di grazoprevir (inibitore della proteasi NS3/4A) ed elbasvir (inibitore NS5A), (GRZ/EBR), che viene somministrata una volta al giorno in singola pillola, con o senza cibo, ed è attiva su pazienti naive o experieced affetti da HCV G1, 4 o 6, indipendentemente dalla presenza o meno di cirrosi, coinfezione, insufficienza renale cronica, problemi ematologici, con fallimento a precedenti terapie con inibitori della proteasi di I generazione e/o Peg-interferone e Ribavirina (PR).    
I risultati della fase II/III
Un primo interessante studio è quello presentato da Jacobson et al. sui dati complessivi di efficacia degli studi di fase II/III di GRZ/EBR più o meno ribavirina (RBV) sui cirrotici compensati. Sono stati valutati un totale di 402 pazienti con cirrosi Child-Pugh A e con genotipo 1, 4 e 6 (1). Sono stati considerati 169 pazienti naive al trattamento ai quali la combinazione GRZ/EBR è stata somministrata per 12 settimane, e 233 pazienti precedentemente trattati, ai quali la terapia è stata prescritta per 12/16/18 settimane.
L’analisi è stata condotta con due modalità: 1) full analysis set (FAS: tutti i pazienti randomizzati che hanno ricevuto almeno una dose di farmaco in studio 2) modified FAS (mFas: con esclusione dei pazienti che hanno interrotto la partecipazione per cause non correlabili al farmaco in studio). E’ certamente molto interessante leggere i risultati di risposta sostenuta (SVR) nel dettaglio (es. genotipo, albumina > o <3,5 g/dl, piastrine > o <100 × 103 cell/μL, ecc) secondo le due analisi. Per brevità riportiamo in tabella 1 il riassunto conclusivo sull’efficacia, così come è stato presentato dagli Autori. Sempre secondo gli Autori, il trattamento è stato ben tollerato.
 
 
Lo studio C-EDGE Coinfection
Il C-EDGE Coinfection study ha, invece, valutato una popolazione di pazienti coinfetti HIV/HCV (2). I due studi che lo hanno preceduto, il C-EDGE TN (3) e C-EDGE TE (4), condotti rispettivamente nella popolazione monoinfetta naive e in quella monoinfetta trattata in precedenza con Peg-IFN/RBV, avevano mostrato percentuali di SVR rispettivamente del 95% e del 92-97%. ► continua
 
Lo studio C-EDGE CO-STAR
Una altra popolazione difficile da trattare è sicuramente quella dei PWID (People Who Inject Drugs), cioè le persone che fanno uso di sostanze d’abuso per via iniettiva. Lo studio C-EDGE CO-STAR (6) ha valutato l’efficacia di GRZ/EBR in questa tipologia di pazienti (301 in totale). Lo studio è abbastanza complicato anche nel disegno e deve, quindi, essere letto con estrema attenzione; va però rilevata l’alta percentuale di successi (sopra il 90%) e la buona aderenza osservate. Da sottolineare, inoltre, come in 5 pazienti, dopo aver raggiunto la SVR con GRZ/EBR, sia stata documentata una reinfezione.
 
La gestione terapeutica del paziente con HCV e danno renale
Negli anni abbiamo acquisito la certezza che HCV sia capace di determinare un danno progressivo di rene, o di accelerarlo, e contribuire ad un incremento della mortalità nei pazienti in dialisi (7). Il genoma di HCV è stato identificato in diverse tipologie di cellule renali (tubulari, mesangiali, endoteliali dei capillari glomerulari e tubulari) dove può penetrare attraverso i recettori CD81 e SR-B1 e determinare un danno istologicamente documentato. ► continua
 
Lo studio C-SURFER nei pazienti con danno renale avanzato
Nel 2015 sono stati pubblicati i risultati di una sperimentazione con GRZ/EBR coformulati ed usati in monosomministrazione giornaliera senza RBV, in pazienti con danno renale avanzato o dializzati (C-SURFER) (9). L’impiego di queste molecole è reso possibile nel paziente con malattia terminale di rene in quanto esse non vengono escrete per via renale e studi di farmacocinetica hanno mostrato che l’area sotto la curva non è significativamente modificata in pazienti con insufficienza renale grave o dializzati rispetto ai soggetti con normale funzione renale (10). ► continua
 
Bibliografia
 
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