Coinfezione HCV/HIV

Le possibili interazioni farmacologiche tra farmaci anti-HCV e antiretrovirali costituiscono una problematica di rilievo nel paziente con coinfezione da HIV. In questo contesto, disporre di un farmaco con dosaggio flessibile consente di avviare il trattamento per HCV senza modificare la terapia ARV in corso. Al Congresso dell’AASLD, uno studio sulla farmacocinetica di DCV (10) ha infatti verificato che nei pazienti in terapia concomitante con darunavir/ritonavir (DRV/r) deve essere mantenuta la dose standard di DCV di 60 mg; diversamente, con l’associazione atazanavir/ritonavir (ATV/r), il dosaggio appropriato è di 30 mg, così come dimostrato nello studio ALLY-2 (9). In questo studio, il regime a base di DCV + SOF per 12 settimane ha permesso di raggiungere elevati tassi di cura (Figura 6) in pazienti coinfetti in trattamento con un’ampia gamma di farmaci antiretrovirali, indipendentemente dal genotipo virale di HCV, dalla precedente esposizione al trattamento per HCV e dalla presenza di cirrosi.

 
Figura 6
 
I dati favorevoli dell’ALLY-2 hanno trovato inoltre conferma nei risultati dello studio compassionevole europeo (11) in cui sono stati arruolati 55 pazienti con coinfezione HCV/HIV. L’analisi su 49 pazienti, di cui 46 con cirrosi compensata o in scompenso epatico, ha evidenziato tassi di SVR12 del 92% con lo schema DCV + SOF con o senza RBV per 24 settimane. I tassi di SVR sono risultati sovrapponibili indipendentemente dall’aggiunta di RBV e dal regime di terapia antiretrovirale impiegato.
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