Intrinsic ways of controlling HIV

Su questa linea, sono stati presentati da Eron J (#25) i dati di safety ed efficacia sul trattamento con anticorpi monoclonali diretti contro PD-L1, un farmaco della stessa classe degli immune-checkpoint inhibitors. I risultati, ancora preliminari, sono basati su un piccolo numero di pazienti, appena una decina, tutti in soppressione terapeutica e trattati con l’anti-PD-L1 per 48 settimane.

In presenza di effetti collaterali blandi, gli autori dello studio hanno anche evidenziato un aumento della risposta di cellule CD8-T gag specifiche migliorando dunque la risposta immune specifica dei pazienti. Tale risultato riveste un ruolo ancora più incoraggiante se si collega al lavoro presentato dal gruppo svizzero di Perreau M, che identifica le cellule PD-1+ come il serbatoio quasi esclusivo del virus in grado di replicare anche dopo anni di terapia soppressiva (#82). La combinazione dei due lavori lascia adito alla possibilità che con tali approcci terapeutici si riesca in futuro a ridurre in modo consistente i cosiddetti serbatoi virali dove il virus riesce a rimanere rintanato per anni.

In conclusione, il potenziamento della risposta immunitaria del paziente potrebbe permettere nel futuro di controllare con successo il virus, sfruttando proprio i meccanismi di immunoevasione che lo stesso HIV-1 monta durante l’infezione.

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