Negli ultimi anni, la PrEP (profilassi pre-esposizione) si è affermata come uno degli strumenti più efficaci nella prevenzione dell’HIV, con una protezione farmacologica superiore al 95% nei soggetti ad alto rischio che riescono a mantenere una buona aderenza. Raccomandata da Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la PrEP ha trasformato l’approccio alla prevenzione: da comportamento individuale a intervento sanitario proattivo. Tuttavia, il gap tra efficacia teorica ed efficacia reale resta ampio, soprattutto in popolazioni vulnerabili o marginalizzate. L’assunzione orale quotidiana, seppur semplice sul piano farmacologico, presenta criticità strutturali e psicosociali: dimenticanze frequenti, assunzione irregolare, stigma percepito, difficoltà di accesso o gestione autonoma della terapia.
In questo scenario, cabotegravir long acting (CAB-LA), formulato per via intramuscolare bimestrale, si configura come una vera rivoluzione. Non si tratta solo di un nuovo principio attivo, ma di un cambio di paradigma: un modello di prevenzione in cui il farmaco si adatta alla vita della persona, e non viceversa. La somministrazione iniettabile supera diversi ostacoli della PrEP orale: riduce il rischio di discontinuità, offre maggiore discrezione e permette una migliore pianificazione degli accessi sanitari.
Il programma pilota
In Italia, a partire da gennaio 2025, un programma pilota ha permesso di iniziare l’utilizzo di CAB-LA in contesto reale. Presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, 171 soggetti hanno ricevuto almeno una dose di cabotegravir 600 mg i.m.; il 99% (n=170) ha completato la seconda somministrazione nei tempi previsti e 52 partecipanti (30%) hanno già ricevuto anche la terza dose.
I criteri di inclusione del programma sono stati ampi, riflettendo la necessità di flessibilità nei modelli di accesso. Sono stati coinvolti sia nuovi candidati alla PrEP, impossibilitati per varie ragioni ad assumere la formulazione orale, sia soggetti con esperienze pregresse di difficoltà di aderenza, interruzioni frequenti, effetti collaterali gastrointestinali o contesti ad alta vulnerabilità sociale e psicologica. In alcuni casi, l’adesione alla PrEP orale era stata abbandonata per motivi legati alla medicalizzazione percepita, al timore di essere scoperti dal partner o dalla famiglia, o semplicemente per un’incompatibilità con il proprio stile di vita. L’età media del campione era di circa 36 anni, con una prevalenza significativa di soggetti maschi cisgender con orientamento Gay, Bisexual, and other Men who have Sex with Men (GBMSM).
Dalla valutazione delle motivazioni raccolte al momento della presa in carico emergono alcune tendenze interessanti. Il motivo più frequente per il passaggio alla formulazione long acting è stato la scarsa aderenza alla PrEP orale (registrata in oltre l’55% dei casi), spesso in associazione a consumo di sostanze (chemsex), turni lavorativi discontinui, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) o altri disturbi psichiatrici (Figura 1). Altri elementi ricorrenti sono stati il rifiuto soggettivo della pillola, la percezione di uno stigma connesso all’assunzione quotidiana, o il bisogno di una soluzione invisibile per proteggersi. Questi dati suggeriscono che la formulazione iniettabile non è solo una risposta farmacologica, ma uno strumento per riconfigurare la relazione tra utente, terapia e contesto.
Dal punto di vista della tollerabilità, CAB-LA si è dimostrato sicuro e ben accettato. Il dolore locale è stato il sintomo più comune (75% dei soggetti dopo la prima dose), ma si è ridotto significativamente alla seconda somministrazione (58%). La durata media del dolore è passata da 4.3 giorni (dose 1) a 3.7 giorni (dose 2), e l’intensità percepita (scala 1-10) è scesa da 4.7 a 2.6. Sono stati osservati noduli glutei nel 22% alla prima dose e nel 13% alla seconda. Gli effetti sistemici (malessere, febbre) sono stati rari e transitori. Due partecipanti (1.2%) hanno interrotto il trattamento: uno per reazioni locali persistenti, uno per scelta legata a un cambio nella situazione relazionale.
Durante il follow-up mediano (78 giorni), non sono stati registrati casi di sieroconversione, confermando il profilo di efficacia del farmaco in condizioni real-world.
Oltre i dati clinici
A fianco dei dati clinici, è stato somministrato un questionario strutturato per valutare aspetti psicologici e comportamentali. L’89% dei partecipanti ha riferito familiarità con terapie iniettabili (per motivi medici o estetici), e il 76% ha espresso una percezione positiva della nuova formulazione. L’uso occasionale di sostanze ricreative è stato riportato dal 58% del campione, mentre il 12% ha riferito sintomi depressivi clinicamente rilevanti e il 21% sintomi ansiosi. Il 23% era in trattamento psicoterapeutico attivo e il 29% vi aveva avuto accesso in passato. Dal punto di vista dei comportamenti preventivi, solo il 46.7% dei partecipanti riferiva un uso sistematico del preservativo, mentre il 23.8% lo utilizzava in modo saltuario. Un 14.3% dichiarava incertezza rispetto alla propria esposizione al rischio. Il tema dello stigma è stato centrale: il 21% dei soggetti ha riportato esperienze di giudizio sociale legate all’uso della PrEP, soprattutto da parte di conoscenti o partner. Tuttavia, una persona su tre ritiene che la modalità iniettabile possa ridurre questa esposizione, contribuendo a normalizzare l’uso della prevenzione farmacologica.
Questi risultati preliminari evidenziano che CAB-LA è una strategia efficace, ben tollerata e accettata, in particolare da utenti in difficoltà con la formulazione orale o con bisogni specifici. Ma il dato più rilevante è un altro: non basta una sola modalità di PrEP per raggiungere tutti. CAB-LA rappresenta la prima vera innovazione strutturale da oltre un decennio, e inaugura una nuova fase in cui la personalizzazione della prevenzione diventa parte integrante dell’efficacia. Un servizio, per quanto efficace, non è sufficiente finché non riesce ad arrivare anche a chi ne ha più bisogno.
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