L’eravaciclina rappresenta un’innovazione significativa nel panorama degli antibiotici, appartenendo alla classe delle tetracicline di nuova generazione, le fluorocicline.
La sua introduzione è particolarmente rilevante nell’attuale scenario clinico, caratterizzato dalla crescente diffusione di infezioni causate da batteri multiresistenti (MDR). Questo farmaco è stato sviluppato con l’obiettivo specifico di affrontare le infezioni intra-addominali complicate (cIAI), una sfida terapeutica complessa a causa della varietà di patogeni coinvolti e della loro crescente resistenza agli antibiotici tradizionali.
La necessità di nuove opzioni terapeutiche è diventata impellente a causa dell’aumento delle infezioni causate da batteri come le Enterobacterales resistenti ai carbapenemi (CRE) e Acinetobacter baumannii, che presentano una notevole sfida terapeutica. L’eravaciclina offre un ampio spettro di attività, coprendo sia i batteri Gram-negativi che quelli Gram-positivi, inclusi i ceppi resistenti a molti altri antibiotici.
La sua capacità di agire efficacemente contro un’ampia gamma di patogeni, inclusi quelli anaerobi, la rende particolarmente utile nel trattamento delle cIAI, dove la presenza di tali batteri è comune. Inoltre, la sua farmacocinetica favorevole, con una buona distribuzione nei tessuti addominali e una minima eliminazione renale, la rende adatta anche per pazienti con compromissione renale, una popolazione spesso vulnerabile alle infezioni gravi (Tabella 1).
Meccanismo e spettro d’azione
L’eravaciclina, una tetraciclina fluorociclinica, esercita la sua azione antimicrobica legandosi reversibilmente al ribosoma 30S batterico, interrompendo così la sintesi proteica. La sua struttura chimica, diversa dalle tetracicline di vecchia generazione, le conferisce una maggiore affinità per il ribosoma, consentendole di superare alcuni meccanismi di resistenza. Tuttavia, la resistenza all’eravaciclina può emergere attraverso mutazioni nei geni ribosomiali (come rpsJ) o l’acquisizione di geni che codificano per pompe di efflusso (come tet(X4)).
Meccanismo d’azione dettagliato:
- Ingresso nella cellula batterica. L’eravaciclina penetra nella cellula batterica attraverso meccanismi di diffusione passiva e trasporto attivo.
- Legame al ribosoma. Una volta all’interno, si lega specificamente alla subunità 30S del ribosoma batterico, in particolare al sito di legame dell’aminoacil-tRNA.
- Inibizione della traduzione. Questo legame impedisce l’attacco dell’aminoacil-tRNA al complesso mRNA-ribosoma, bloccando così l’allungamento della catena peptidica e la sintesi proteica.
- Effetto batteriostatico/battericida. A concentrazioni elevate, l’eravaciclina può esercitare un effetto battericida, mentre a concentrazioni inferiori agisce principalmente come batteriostatico, inibendo la crescita batterica.
L’eravaciclina si distingue per il suo ampio spettro di attività, che comprende:
- Batteri Gram-negativi:
- Enterobacterales: inclusi ceppi resistenti ai carbapenemi, come Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Enterobacter spp.
- Acinetobacter baumannii: compresi ceppi multiresistenti.
- Altri Gram-negativi: come Stenotrophomonas maltophilia.
- Batteri Gram-positivi:
- Staphylococcus aureus: inclusi ceppi meticillino-resistenti (MRSA).
- Enterococcus spp.: inclusi ceppi resistenti alla vancomicina (VRE), come Enterococcus faecalis e Enterococcus faecium.
- Streptococcus spp.
- Batteri anaerobi:
- Bacteroides fragilis e altre specie di Bacteroides.
- Clostridium spp.
In considerazione di quanto sopra riportato l’eravaciclina è particolarmente utile nel trattamento di infezioni causate da batteri resistenti a molte altre classi di antibiotici, come i carbapenemi e la vancomicina. è importante sottolineare la sua attività contro i batteri anaerobi che la rende efficace nel trattamento di infezioni intra-addominali complesse, dove questi patogeni sono spesso coinvolti. Inoltre, la sua azione su un ampio numero di batteri, ne permette l’utilizzo in infezioni polimicrobiche.
Come per tutti gli antibiotici, l’uso improprio dell’eravaciclina può portare allo sviluppo di resistenza. È fondamentale seguire le linee guida per l’uso appropriato degli antibiotici. Per cui è fondamentale eseguire test di sensibilità per confermare la sensibilità dei patogeni all’eravaciclina e guidare la terapia.
Farmacocinetica e farmacodinamica
La farmacocinetica dell’eravaciclina è lineare e tempo-dipendente. Dopo somministrazione endovenosa, raggiunge rapidamente concentrazioni sieriche efficaci, con una buona penetrazione nei tessuti intra-addominali, incluso il fluido peritoneale. La sua farmacodinamica è caratterizzata da un’attività tempo-dipendente, con l’area sotto la curva (AUC) e il tempo sopra la MIC (T> MIC) come parametri predittivi di efficacia. La somministrazione di eravaciclina richiede un’infusione endovenosa di 60 minuti, e non sono necessari aggiustamenti di dose in pazienti con compromissione renale o epatica lieve o moderata.
L’eravaciclina, somministrata esclusivamente per via endovenosa, presenta un profilo farmacocinetico che la rende adatta al trattamento di infezioni intra-addominali complicate. Dopo l’infusione, il farmaco si distribuisce rapidamente nei tessuti, raggiungendo concentrazioni elevate nei fluidi addominali, un aspetto cruciale per il trattamento delle infezioni in questa sede.
La distribuzione dell’eravaciclina nei tessuti è ampia, con un volume di distribuzione che supera il volume corporeo totale. Ciò indica che il farmaco si accumula nei tessuti in misura maggiore rispetto al plasma. La penetrazione nei tessuti addominali, inclusi i tessuti molli e i fluidi peritoneali, è elevata, garantendo concentrazioni terapeutiche nei siti di infezione. Il legame alle proteine plasmatiche dell’eravaciclina è moderato, il che significa che una frazione significativa del farmaco rimane libera e disponibile per l’azione antimicrobica.
Il metabolismo dell’eravaciclina è limitato. La principale via di eliminazione è attraverso le feci, con una minima eliminazione renale. Questa caratteristica rende l’eravaciclina particolarmente vantaggiosa per i pazienti con compromissione renale, poiché non è necessario un aggiustamento della dose in questi soggetti. L’emivita di eliminazione dell’eravaciclina è di circa 24 ore, consentendo una somministrazione una volta al giorno.
In sintesi, il profilo farmacocinetico e farmacodinamico dell’eravaciclina, caratterizzato da una buona distribuzione tissutale, una minima eliminazione renale e un’attività tempo-dipendente, la rende un’opzione terapeutica valida per il trattamento di infezioni intra-addominali complicate, soprattutto in pazienti con compromissione renale o infezioni causate da patogeni MDR.
Indicazioni cliniche e place in therapy
L’eravaciclina è stata approvata per il trattamento di cIAI negli adulti.
Le cIAI rappresentano un gruppo eterogeneo di infezioni che coinvolgono la cavità peritoneale e gli organi intra-addominali. Queste infezioni possono derivare da diverse cause, tra cui perforazione intestinale, appendicite complicata, ascessi intra-addominali e peritonite. La gestione delle cIAI è spesso complessa a causa della presenza di patogeni MDR e della necessità di un adeguato controllo della fonte di infezione.
L’eravaciclina si è dimostrata efficace nel trattamento delle cIAI in studi clinici, con tassi di successo clinico comparabili a quelli di altri antibiotici di riferimento. La sua attività contro i patogeni resistenti ai carbapenemi, come le CRE, la rende un’opzione preziosa per il trattamento di infezioni causate da questi organismi difficili da trattare.
L’eravaciclina si colloca come un antibiotico di riserva per il trattamento di infezioni gravi causate da patogeni multiresistenti, in particolare quando le opzioni terapeutiche sono limitate.
Oltre alle cIAI, l’eravaciclina ha dimostrato attività in vitro contro una vasta gamma di patogeni, suggerendo un potenziale utilizzo in altre infezioni complicate, come:
- Infezioni del tratto urinario complicate (cUTI). L’eravaciclina potrebbe essere utile nel trattamento di cUTI causate da patogeni multiresistenti.
- Polmonite nosocomiale e associata a ventilazione meccanica (VAP). L’eravaciclina potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica per la VAP causata da Acinetobacter baumannii multiresistente.
- Infezioni della cute e dei tessuti molli complicate (cSSSI). L’eravaciclina potrebbe essere utilizzata nel trattamento di cSSSI causate da patogeni multiresistenti, come MRSA (Tabella 2).
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’eravaciclina in queste indicazioni.
Conclusioni
L’uso dell’eravaciclina deve essere guidato da principi di stewardship antimicrobica, al fine di preservarne l’efficacia a lungo termine e prevenire lo sviluppo di ulteriori resistenze.
La sua introduzione rappresenta un’importante risorsa terapeutica, ma il suo utilizzo responsabile è essenziale per garantire che rimanga un’opzione valida nel trattamento delle infezioni gravi causate da patogeni multiresistenti.
- Solomkin JS, Evans G, Slepavicius A, et al. Efficacy and safety of eravacycline vs. meropenem in the treatment of complicated intra-abdominal infections: the IGNITE1 trial. Clin Infect Dis. 2015;60(10):1462-1471.
- Hong DD, Kuti JL. Eravacycline: a novel fluorocycline antibiotic for the treatment of complicated intra-abdominal infections. Expert Opin Investig Drugs. 2019;28(1):1-10.
- Bassetti M, Echols R, Matsunaga Y, et al. Eravacycline versus meropenem for the treatment of complicated intra-abdominal infections: a subgroup analysis of the IGNITE1 trial. Surg Infect (Larchmt). 2019;20(2):123-130.
- Zhanel GG, Schweizer F, Karlowsky JA, et al. In vitro activity of eravacycline against clinically important bacterial pathogens from Canada. Diagn Microbiol Infect Dis. 2018;90(1):52-60.
- Hoban DJ, Lascols C, Miller LA, et al. Antimicrobial activity of eravacycline and comparators against extended-spectrum β-lactamase-producing Enterobacteriaceae. Antimicrob Agents Chemother. 2016;60(2):1223-1226.
- Kaye KS, Marchaim D, Zhao JJ, et al. In vitro activity of eravacycline against carbapenem-resistant Enterobacteriaceae. Antimicrob Agents Chemother. 2016;60(6):3846-3849.
- Nichols WW, Bowen TM, Fritsche TR, et al. In Vitro Activity of Eravacycline against Clinically Relevant Anaerobic Bacteria. Antimicrob Agents Chemother. 2017;61(12):e01477-17.
- DeRyke CA, Kuti JL. Eravacycline: microbiological activity, pharmacokinetics/pharmacodynamics, and clinical efficacy. Infect Dis Ther. 2018;7(2):159-173.