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La selezione di articoli della letteratura scientifica per un...

N.2 2025
Notizie flash
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a cura del Comitato di Redazione

La selezione di articoli della letteratura scientifica per un aggiornamento sulle tematiche di interesse infettivologico

 

Epidemiologia delle malattie infettive, il contributo dell’intelligenza artificiale. Artificial intelligence for modelling infectious disease epidemics. Kraemer MUG, et al. Nature 2025 doi: 10.1038/s41586-024-08564-w.

L’intelligenza artificiale (AI) trova oggi applicazione praticamente in ogni ambito biomedico. A dispetto delle potenzialità, sono tuttavia limitate le esperienze nel campo dell’epidemiologia delle malattie infettive. Una delle ragioni risiede sicuramente nell’inadeguatezza delle banche dati: il ritardo o l’assenza di notifica, l’assenza di standardizzazione nella raccolta dei dati, la difficoltà del contact tracing, soprattutto nel caso di patogeni emergenti, determinano errori nella definizione dei tempi di incubazione, della durata della contagiosità, della stima del numero di riproduzione (R). Lo stesso report della situazione in atto (nowcast), così come le previsoni circa l’evoluzione dell’epidemia possono risultare errati.

I nuovi algoritmi di apprendimento automatico (ML) consentono già a sistemi preaddestrati di processare dati più grezzi e dispersi, riducendo drammaticamente i tempi per ottenere informazioni per le quali sarebbero altrimenti necessarie settimane di osservazione. La diffusione di un patogeno può essere graficamente rappresentata come una rete neurale dove ogni nodo rappresenta ad esempio un evento e le linee di collegamento le variabili legate alla diffusione (prevalenza, esistenza di vettori, densità dei casi suscettibili). Gli algoritmi di ML potenzialmente sono in grado di leggere un modello di diffusione dell’epidemia (l’insorgenza di cluster, ipotizzare modalità di trasmissione non immediatamente chiare). In un’ottica più sperimentale, i modelli di ML tramite la sorveglianza dell’evoluzione genetica dei patogeni, possono arrivare a predire i cambiamenti fenotipici (proteici) e quindi anticipare ad esempio l’insorgenza di escape mutant, oppure disegnare tempestivamente molecole attive su siti vitali per il microrganismo.


Profilassi antibiotica in pazienti ricoverati per trauma grave. Antibiotic prophylaxis in injury: an American Association for the Surgery of Trauma Critical Care Committee clinical consensus document. Appelbaum RD, et al. Trauma Surg Acute Care Open. 2024 doi: 10.1136/tsaco-2023-001304.

I pazienti ricoverati per trauma grave rappresentano una realtà clinica dove si produce spesso un abuso o un uso inappropriato di antibiotici in profilassi che aumenta le possibilità di acquisizione di germi MDR in reparti ad alto rischio quali quelli di Terapia Intensiva. Di fatto non esisteva un documento completo che radunasse tutti i tipi di trauma e fornisse relative indicazioni basate sulla evidenza scientifica alla antibiotico-profilassi ed al corretto uso della medesima. Un comitato di intensivisti della American Association for the Surgery and Trauma ha colmato questa mancanza mettendo insieme tipo di contaminazione (acqua, suolo e morso animale), tipo e sede di trauma, con un documento che indica quando somministrare o meno gli antibiotici, e la durata degli eventuali cicli di profilassi.


L’EACS sulla prevenzione del rischio cardiovascolare nelle PWH. Statin use in HIV: European AIDS Clinical Society guidance for the primary prevention of cardiovascular disease. Alagaratnam J, et al. Lancet HIV. 2025. doi: 10.1016/S2352-3018(25)00047-5.

È stato pubblicato su Lancet HIV, un Position paper, curato dal gruppo di esperti che si occupano di aggiornare le linee guida EACS sull’uso delle statine nelle persone con HIV. Le attuali linee guida EACS sono state infatti pubblicate poco prima di disporre dei risultati dello studio REPRIEVE che ha fornito evidenze per la definizione di diverse linee guida internazionali, che ora raccomandano l’uso delle statine per prevenire le malattie cardiovascolari in molte persone affette da HIV. Tenendo conto del disegno e della metodologia dello studio, il Position paper analizza criticamente i dati dello studio per fornire informazioni utili ed evidenziarne i limiti di applicabilità tout court in ambito europeo.


Studio SAFE-ICU: esposizioni ai farmaci antifungini non adeguate per il malato critico. Are contemporary antifungal doses sufficient for critically ill patients? Outcomes from an international, multicenter pharmacokinetics study for Screening Antifungal Exposure in Intensive Care Units-the SAFE-ICU study. Roberts J, et al. Intensive Care Med. 2025 doi: 10.1007/s00134-025-07793-5.

Con l’impiego di predefiniti target farmacocinetici/farmacodinamici di appropriatezza terapeutica è stata valutata la esposizione ai farmaci antifungini impiegati nel trattamento (80% dei casi) o nella profilassi (20% dei casi) delle infezioni fungine in 339 pazienti critici ricoverati in 30 Unità di Terapia Intensiva di 20 nazioni. Il risultato più eclatante è stato il riscontro di un basso tasso di adeguata esposizione farmacocinetica nei pazienti in trattamento con voriconazolo (57.1%), posaconazolo (63.2%), micafungina (64.1%) e amfotericina B (41.7%). Il monitoraggio delle concentrazioni sieriche degli antifungini potrebbe rivelarsi fondamentale nella terapia delle infezioni fungine sistemiche del paziente critico.

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