ReAd files - Trimestrale di aggiornamento medico - Fondata da Mauro Moroni
cerca

Siamo pronti per i long-acting? | Pubblicata sul Journal of...

Pubblicata sul Journal of Medical Virology l’analisi delle...

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

Siamo pronti per i long-acting?

“Per valutare la percentuale di pazienti eleggibili alla nuova strategia long acting, abbiamo analizzato le caratteristiche cliniche e viro-immunologiche di questa popolazione - commenta la dottoressa Simona Di Giambenedetto - escludendo i pazienti che avevano avuto precedenti fallimenti virologici, RAM alla rilpivirina o agli inibitori dell'integrasi nel genotipo storico, infezione da epatite B, assenza di genotipi precedenti e coesistenza di HIV-sottotipo A e obesità. Su 1.752 pazienti eleggibili, 896 pazienti presentavano almeno un test di resistenza genotipica, 161 presentavano una o più RAM a rilpivirina e 3 RAM a cabotegravir. Complessivamente, il 31,2% dei pazienti non era eleggibile per cabotegravir-rilpivirina e la percentuale è aumentata al 47,3% quando abbiamo considerato solo i pazienti con tutte le informazioni disponibili sui test di resistenza. Circa la metà della nostra coorte di pazienti non soddisfaceva i criteri e un numero ancora maggiore di pazienti era potenzialmente non eleggibile per cabotegravir-rilpivirina a causa della mancanza di test di resistenza genotipici. Inoltre, è stato necessario escludere le donne fertili a causa della mancanza di dati su questa combinazione durante la gravidanza e l'allattamento.

Dallo studio emerge un messaggio chiaro: bisogna selezionare i pazienti in modo preciso, non si può pensare che i long acting siano una terapia per tutti, ma bisogna tenere conto della complessità del percorso verso la somministrazione di cabotegravir + rilpivirina, in termini organizzativi e di tempo, dall’acquisto da parte della farmacia ospadaliera fino alla somministrazione da parte dei clinici”.

◂ Indietro

Richiedi gratuitamente la Newsletter
Richiedi gratuitamente
la Newsletter
×
icon