I Quaderni di ReAd files
Anno 2025
Quaderno N. 3 - 2025
Il report dell’edizione 2025 del CROI riflette i rilevanti progressi in ambito HIV e l’impegno della comunità scientifica nell’affrontare i diversi bisogni delle persone colpite dall’infezione. I dati della fase di estensione a 48 settimane dello studio di fase 3 ALLIANCE confermano l’efficacia di B/F/TAF come switch da DTG+TDF/FTC, con tassi di soppressione virologica del 95,4% per HIV-1 e dell’86,6% per HBV, e dimostrano un progressivo miglioramento nel controllo dell’infezione da HBV. Tra le nuove strategie terapeutiche, la combinazione di lenacapavir con i bNAbs teropavimab e zinlirvimab mostra il potenziale per essere il primo regime long-acting a somministrazione biennale: i risultati preliminari a 26 settimane mostrano un’efficacia di questa tripla combinazione con somministrazione due volte l’anno simile a quella della ART orale giornaliera e supportano il suo sviluppo come primo regime semestrale per il trattamento dell’HIV. Per la prevention, i risultati preliminari di uno studio in corso su farmacocinetica, sicurezza e tollerabilità di due formulazioni di LEN somministrate IM una volta l’anno mostrano il raggiungimento e il mantenimento di concentrazioni plasmatiche superiori a quelle associate all’efficacia nella prevenzione dell’HIV osservate negli studi PURPOSE -1 e - 2, supportando lo sviluppo di LEN una volta l’anno come PrEP in grado di migliorare uptake e persistenza nelle persone a rischio. Infine, una survey condotta tra donne dell’Africa subsahariana mostra la preferenza per LEN una volta ogni sei mesi rispetto alla PrEP orale giornaliera, e ulteriori dati dal trial PURPOSE-1 dimostrano l’efficacia paragonabile di LEN ogni sei mesi tra adolescenti e adulti con nessuna infezione da HIV nei gruppi trattati.
Quaderno N. 2 - 2025
Ciò che vi proponiamo oggi un breve ma denso viaggio tra le evidenze della letteratura scientifica sul vasto tema delle infezioni fungine. Il punto di partenza è rappresentato da tre studi che fanno proprio l’invito all’azione dell’OMS sulla necessità di una maggiore presa di coscienza organizzativa e culturale su un problema di crescente rilevanza per la sanità pubblica, soprattutto se calato nel contesto di gestione in terapia intensiva. È il caso di:
- una consensus internazionale tra colleghi intensivisti che evidenzia l’importanza di garantire una gestione di eccellenza del rischio infettivo legato alle patologie micotiche
- un’indagine retrospettiva su un ampio database che ne rileva, pur con un’attesa sottostima diagnostica, le dimensioni nelle terapie intensive italiane
- un lavoro di un gruppo multidisciplinare italiano che ha valutato criticamente dati ed esperienze per definire in modo ragionato il ruolo di amfotericina B liposomiale nel malato critico.
Quaderno N. 1 - 2025
I dati dai trial clinici e dalla real life presentati all’ultimo HIV Drug Therapy Congress di Glasgow riflettono l’impegno della comunità scientifica per rispondere agli unmet needs delle persone con infezione da HIV. Tra i risultati delle diverse strategie di ART, i dati di un’ulteriore valutazione di B/F/TAF come opzione di trattamento long term per differenti gruppi di persone HIV+ con comorbidità e altre necessità sanitarie distinte. Dalla ricerca scientifica emerge una pipeline innovativa, focalizzata sullo sviluppo di farmaci incentrati sulla persona come le nuove combinazioni sperimentali lenacapavir più bictegravir, e il regime long-acting orale con somministrazione once weekly composto da lenacapavir e islatravir. Sempre dalla ricerca, il focus sulle nuove opzioni long-acting con la presentazione dei dati farmacocinetici e di resistenza di GS-1720, nuovo INSTI in fase di valutazione come componente di un regime di combinazione orale sperimentale once weekly in associazione con il profarmaco di lenacapavir GS-4182. In tema di prevenzione, i risultati di PURPOSE 1 e PURPOSE 2, studi del programma di sviluppo di lenacapavir per la PrEP in una varietà di popolazioni ad alto rischio di acquisizione dell’infezione da HIV che, se approvato, rappresenterebbe la prima ed unica opzione di prevenzione dell’HIV a somministrazione sottocutanea due volte l’anno. Per concludere, l’approfondimento di argomenti di pratica clinica sempre attuali come l’impatto delle comorbilità metaboliche, cardiovascolari e renali.