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U=U, la percezione tra gli specialisti italiani di malattie infettive

Pubblicata su AIDS Res Hum Retroviruses una indagine nazionale sull'atteggiamento degli infettivologi nei confronti del rischio di trasmissione di HIV in pazienti virologicamente soppressi: necessarie una maggiore diffusione e applicazione del messaggio undetectable=untrasmittable

Tra gli infettivologi italiani si delinea un atteggiamento complessivamente cauto nell'applicare il concetto di U=U nelle decisioni cliniche quotidiane, le preoccupazioni riguardano principalmente la tempistica dell'ultimo test HIV RNA rispetto all'evento di esposizione, soprattutto in assenza di dettagli sull'aderenza del paziente. Il concetto U=U va quindi maggiormente diffuso e applicato. Questo il risultato emerso da una inchiesta che ha raccolto mediante questionario le opinioni di 286 medici riguardo a sei situazioni potenzialmente a rischio di trasmissione di HIV tra pazienti virologicamente soppressi e individui sieronegativi, che potrebbero richiedere una profilassi post-esposizione (PEP). Complessivamente, il 51% degli intervistati ha ritenuto nullo il rischio di trasmissione di HIV attraverso rapporti sessuali senza preservativo per pazienti con HIV-RNA non rilevabile. È interessante notare che il 61% dei partecipanti consiglierebbe l'assunzione di PEP per il partner HIV negativo in caso di rapporti sessuali con un soggetto sieropositivo con un recente blip o in assenza di un test HIV RNA eseguito negli ultimi sei mesi (63%). Il 73% ritiene essenziale conoscere la storia di aderenza dei pazienti per interpretare un test HIV RNA, indipendentemente dalla sua tempistica. 

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36097757/

 

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